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"Gli italiani restano a casa": come riesce Google a sapere sempre dove ci troviamo e dove siamo diretti?

In queste settimane di Lockdown forzato, Google ci conferma la reclusione degli italiani nelle proprie abitazioni. Ma come fà Google a conoscere i nostri spostamenti e a sapere sempre dove ci troviamo e cosa stiamo facendo.

Lockdown Italia Google sa sempre dove siamo
Distanziamento sociale, uso di mascherine protettive, chiusura di esercizi commerciali ed attività economiche di varia natura, lungo periodo di quarantena, sono solo alcune delle misure adottate dal Governo Italiano per contrastare l'epidemia di Covid-19

"Restate a casa", è stata questo l'imperativo imposto a tutti gli italiani, e non solo, in queste settimane difficili.

Ma sono rimasti tutti a casa come richiesto?

Google al riguardo, ha raccolto numerosi dati circa la mobilità delle persone durante il lockdown, ed ha affermato che: " la gente è rimasta a casa o nelle sue vicinanze".

Ma come è possibile che Google riesca ad avere dati relativi allo spostamento delle persone?.

Per disporre di tali dati, Google ha utilizzato la geolocalizzazione dei dispositivi degli utenti, mediante lo strumento “Manage your Location History”. 

Geolocalizzati in ogni momento Google sa sempre dove siamo

Durante la fase di attivazione del proprio account Google, l'utente accettando i termini e le condizioni di utilizzo, fornisce il proprio consenso all'utilizzo e alla memorizzazione da parte dell'azienda, dei dati di localizzazione del proprio dispositivo. 

A tal proposito, nella pagina dedicata dichiara: “Quando la Cronologia delle posizioni è attiva, la voce “Spostamenti” include i luoghi in cui ti rechi e le tue modalità di spostamento, ad esempio a piedi, in bicicletta, in auto o con i mezzi pubblici”.

A questo punto sorge spontanea un'altra domanda: "Cosa ne è della nostra privacy?". 

Il più grande motore di ricerca ha sottolineato che:

  • si tratta di dati aggregati assolutamente anonimi;
  • che la funzione “Cronologia delle posizioni” è per default disattivata sui device;
  • le impostazioni di funzioni quali, "Servizi di geolocalizzazione" e "Trova il mio dispositivo" di Google, restano inalterate; 
  • alcuni dati sulla posizione potrebbero continuare a essere salvati in altre impostazioni, come Attività web e app, Ricerca e Maps, anche dopo aver disattivato Cronologia delle posizioni.
Se da una parte rimane aperta la questione della privacy, dall'altro Google ci dà lui stesso la conferma che nelle settimane di epidemia gli italiani sono stati a casa.

Gli ultimi dati, per quanto riguarda l'Italia, pubblicati da Google risalgono al 29 marzo 2020 riportano che l'area residenziale è quella in cui ci si geolocalizza di più e con maggiore frequenza. 

Si registra un calo delle localizzazioni delle persone in:

  • ristoranti, 
  • cinema, 
  • musei, 
  • librerie, 
  • parchi nazionali, 
  • aree protette e grandi giardini pubblici. 
Per quanto riguarda il settore Trasporti si registra un -87% di geolocalizzazioni.

A livello regionale, secondo i dati riportati da Google, sono i cittadini Valdostani i più ligi al dovere seguiti dai molisani. Poi ci sono le Marche, con un +26% di cittadini in casa, quindi la Puglia e il Veneto con un +25%, a cui segue la Lombardia con un +24%. Il dato più basso è stato registrato in Basilicata e Calabria, con un +22%.

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